Per il grande significato di protesta contro la guerra e per il suo notevole valore artistico che mette in luce gli orrori causati dai conflitti, riteniamo opportuno invitarvi ad assistere al film “L’arpa birmana” di Ichikawa del 1956.
Categoria: Cultura
In un momento di grandi calamità e crisi morale che stiamo vivendo, riteniamo opportuno pubblicare un codice di comportamento (scritto da un autore ignoto) che favorisca la crescita morale dell’essere umano in modo che la sua mente e la sua condotta si aprano e si indirizzino verso valori universali, similmente ad un bocciolo di rosa quando si apre ed emana il suo gradevole profumo.
Testo in portoghese con libera traduzione del fondatore.
Educazione
Dichiarazione dei doveri dell’essere umano
- Ogni individuo ha il dovere di rispettare, senza preconcetti, i diritti degli altri, così come sono definiti nella Dichiarazione Universale dell’Umanità
- Ogni individuo ha il dovere di rispettare se stesso e non violentare il suo corpo e la sua coscienza con comportamenti e pratiche che feriscono la sua dignità e la sua integrità.
- Ogni individuo ha il dovere di rispettare gli altri, senza distinzione di razza, religione, classe sociale, comunità o qualsiasi altro elemento apparentemente diverso.
- Ogni individuo ha il dovere di rispettare le leggi del Paese dove vive, rimanendo inteso che queste leggi devono avere come fondamento il rispetto dei suoi più legittimi diritti.
- Ogni individuo ha il dovere di rispettare i credi religiosi e le opinioni politiche degli altri, sempre che esse non pregiudichino la persona umana e la società.
- Ogni individuo ha il dovere di essere benevolo in pensieri, parole e azioni in modo da essere un agente di pace sociale ed un esempio per gli altri.
- Ogni individuo, in età adulta, in condizione di lavorare ha il dovere di farlo, sia per soddisfare le sue necessità e della sua famiglia, sia per essere utile alla società e per l’evoluzione della sua personalità, o semplicemente per non cadere nell’ozio.
- Ogni individuo che abbia un incarico di educare un minore ha il dovere di inculcare in lui il coraggio, la tolleranza, la non violenza e la generosità ed, in modo generale, promuovere le virtù che lo facciano diventare un adulto responsabile e rispettabile.
- Ogni individuo ha il dovere di prestare assistenza a chiunque sia in pericolo, sia intervenendo direttamente, sia facendo il necessario perché le persone abilitate ad intervenire lo facciano.
- Ogni individuo ha il dovere di considerare l’umanità intera come la sua famiglia e di comportarsi in ogni circostanza ed in ogni luogo come un cittadino del mondo, facendo in modo che l’umanesimo sia la base del suo comportamento e della sua filosofia.
- Ogni individuo ha il dovere di rispettare i beni degli altri siano essi privati o pubblici, individuali o collettivi.
- Ogni individuo ha il dovere di rispettare la vita umana e considerarla come il più alto bene che esista al mondo.
- Ogni individuo ha il dovere di rispettare la natura e preservarla, in modo che le generazioni presenti e future possano beneficiarne in tutta la sua complessità ed in essa vedano un patrimonio universale.
- Ogni individuo ha il dovere di rispettare gli animali e considerarli veramente come esseri della creazione, non solo vivi ma anche coscienti e senzienti.
RIASSUMENDO: OGNI INDIVIDUO HA IL DOVERE DI DIVENTARE CRISTALLINO, OSSIA CRISTICO, CIOE’ UN ESSERE DOTATO DI GRANDE SPIRITUALITA’ E DI ALTI PRINCIPI MORALI.
Jacob Boehme fu uno dei più profondi pensatori del 1600, non solo in Germania ma in tutta Europa. Di professione calzolaio e di scolarità elementare, fu in grado di esprimere un pensiero molto profondo sulla natura umana e sulle leggi che regolano l’universo. Attualmente i suoi scritti e le sue riflessioni filosofiche sono tornati in auge presso varie università in Europa ed in America. Il suo profondo misticismo ci dà una dimensione universale dell’essere umano.
Consigliamo a tutti gli appassionati di cultura e filosofia di leggere con attenzione l’articolo che segue, scritto originalmente in inglese da Bryan Aubrey e tradotto poi in portoghese. Il fondatore del PSU darà una libera versione in italiano.
Al-Farabi, filosofo musulmano, tra i principali intellettuali del mondo islamico che ebbe il merito di introdurre la cultura greco-latina nel pensiero dell’epoca. Attraverso la sua attività nella Casa della Saggezza a Baghdad fece conoscere le idee di Aristotele, Platone, Plotino, Pitagora, Socrate e tanti altri. La filosofia del pensiero antico fu inserita nel credo religioso dell’islam grazie a Al-Farabi ed altri filosofi attratti a Baghdad da regioni dell’estremo oriente, medioriente ed altri Paesi. In genere erano i rappresentanti della migliora cultura ebraica, cinese, cristiana copta, buddista e di altre religioni.
La cultura scientifica e filosofica del pensiero antico, fatta rivivere nella Casa della Saggezza, da Baghdad passò prima nel regno islamico spagnolo, con base a Cordoba, e poi nell’occidente. Tutto il mondo occidentale deve essere grato alla civiltà musulmana per aver riavuto i valori e le conoscenze greco-latine in un momento in cui vi era oscurantismo ed ignoranza in Europa.
Il fondatore del PSU, a breve, tradurrà le pagine allegate.
Nicholas Roerich fu un personaggio molto importante negli anni ’30 e ’40. Egli cercò di coalizzare i popoli sotto un’unica bandiera che significava: unità nella cultura e nell’arte per sconfiggere la guerra, che purtroppo ci fu. Il PSU si fregia con orgoglio, sulla sua maglietta, del simbolo della bandiera della pace di Roerich, insieme a quella del partito. Il simbolo adottato da Roerich per la sua bandiera ha origini antichissime, esso era usato agli albori della civiltà. Il significato più rispondente è: passato, presente e futuro dell’umanità, racchiusi in un anello di eternità in cui scienza, cultura, arte e religione si fondono in un unico cerchio.
Di seguito riportiamo una parziale biografia di Roerich, originalmente scritta in inglese e tradotta in portoghese. La versione in italiano sarà presentata dal fondatore.
Per il grande valore ed attualità delle parole scritte nel 1933, da Nicholas Roerich, in lingua inglese e poi tradotte in portoghese – in un periodo in cui si approssimavano grandi calamità per l’umanità – per tale motivo riteniamo opportuno ripubblicare questo articolo.
Nicholas Roerich era un grande mistico un valente artista ed un eccellente esploratore, egli disse:
E’ fondamentale cambiare quello che deve essere cambiato in epoca di maggiore calamità. E’ necessario che gli esseri umani si uniscano in un blocco di opposizione contro l’oscurità, l’ignoranza, la disinformazione della verità e la malvagità.
L’articolo sarà tradotto in italiano dal fondatore.
Libera traduzione del fondatore del PSU
Cambiare quello che deve essere cambiato.
Messaggio speciale inviato dalle montagne dell’Himalaya.
La storia registra l’antica benedizione delle armi prima di battaglie mortali in nome dello stesso ed unico Dio. Anche in tempi più recenti vi sono testimonianze che vari Paesi hanno invocato lo stesso Dio unico per essere aiutati a distruggere i loro nemici. Vi è stata anche un’epoca in cui i sovrani di vari imperi portavano con loro i propri cucinieri per evitare di essere avvelenati e avevano una persona specificamente incaricata per provare il cibo. Ma, attualmente, le personalità di rilievo non hanno gli stessi problemi degli imperatori e non procedono allo stesso modo? Possiamo indicare innumerevoli esempi di questo tipo attualmente.
Queste cose possono provocare spavento, ma si tratta esattamente della stessa cosa che è successa in epoche passate e che si verifica attualmente con aspetti e modi differenti. Riflettendo, ciò significa che l’umanità non è progredita molto rispetto al passato. Forse nell’antichità tutto questo è accaduto in una forma molto più franca e pittoresca e, per questo, meno ipocrita di un banditismo imperante. Aldilà di questo, in tempi antichi, vi erano meno scritture ipocrite e ingannevoli e la legge di Namu, Hammurabi e dei primi legislatori erano più succinte e, in molti casi, più coincise e realmente efficaci.
In quei tempi antichi molti imperi nascevano e morivano nell’oblio generale. Si ebbero così tante mutazioni di governo che i registri storici difficilmente riuscirono a tramandare tutti i fatti accaduti. Unicamente solo attraverso la presenza lasciata da artisti, con una moneta coniata, una medaglia, una scultura o un monumento, possiamo avere indizi di uno o più conquistatori esistiti nel tempo.
Ma questi cambiamenti non sono sorprendenti difronte alle colossali mutazioni che si stanno avendo attualmente in tutta la superficie del pianeta? In verità vi è una grande somiglianza, con quello che è successo al continente Atlante con la sua grande e meravigliosa civiltà, di cui abbiamo uno sbiadito ricordo storico, nata in un’immensa isola che scomparve in un’epoca relativamente recente (15000 anni fa).
Nelle epoche di maggiore calamità è necessario cambiare molto rapidamente quello che deve essere cambiato
Su questo pianeta spesso succede che alcune isole scompaiano ed altre spiagge e montagne sorgano. Il suolo, che a noi sembra così immobile e solido, in realtà si sta sempre muovendo, così come le onde del mare, ma appena un po’ più lentamente. Sarebbe bene sperare che l’umanità si abitui a questo fenomeno, durante la sua lunga esistenza.
Ed è esattamente questo principio di relatività e di movimento che dovrebbe attirare l’attenzione di tutta l’umanità per la propria evoluzione.
Fu l’illuminato Marco Aurelio (imperatore romano) che scrisse la saggia frase: “Studia il movimento dei pianeti come se partecipassi a questo fenomeno”. Ma questo saggio consiglio nel tempo non è stato praticato. Se l’umanità potesse elevare il suo pensiero alla realtà dei mondi superiori, si conseguirebbe una brillante e rapida evoluzione del genere umano.
Sono informato che si parla di nuove scoperte come se fossero una corona dell’evoluzione. Si discute di brillanti teorie che vengono lette come passatempo. Finalmente si analizzano anche le abitudini e le possibilità, inerenti alla vita civilizzata e che attualmente sono a disposizione di grandi masse, che in tempi passati erano solo appannaggio di governanti e sommi sacerdoti. È vero che le nostre città, che nello stesso tempo avvelenano l’organismo umano, offrono alcune possibilità di utilizzo di nuove scoperte. Non stiamo parlando di sistemi di fognatura appannaggio della civilizzazione. Non stiamo parlando di verdure in scatola e ancor meno di una musica irritante. Ma discutiamo di quello che ci sprona a prendere migliori decisioni per l’umanità.
Recentemente siamo passati per una terribile guerra (ndr. I guerra mondiale), un’esperienza senza senso. Siamo convinti che in questa decade le conseguenze della guerra non solo non sono scomparse, ma, al contrario, si sono cristallizzate aumentando e generando una vera e nuova tragedia. Siamo passati a costruire una catastrofe quasi irreparabile che può essere alterata solo attraverso la trasformazione della sua realtà. Quante e quante volte abbiamo ascoltato nella scuola o nelle facoltà il vecchio consiglio: “Mutatis Mutandis” – cambia quello che deve essere cambiato. Ma intanto presenziamo innumerevoli barbarità in tempo di pace e di guerra che invadono la nostra vita. L’umanità può ancora una volta essere certa che, nello stesso tempo in cui i più sinceri e validi cadono sul campo di battaglia come vittime delle calamità del mondo, le infami conferenze di pace ingrassano e tradiscono il sangue versato dagli altri.
Un’inventiva diabolica è stata realizzata dalle forze dell’oscurità per scoprire mille modi per ottenere guadagni personali, con conoscenze alimentate da queste ricchezze illecite e che hanno avuto un’azione devastante su generazioni successive. E se ora fosse realizzato un plebiscito per vedere chi è a favore e chi è contro la guerra, è impossibile prevedere quali sarebbero i risultati se la consultazione fosse per voto segreto. È evidente che la gran parte delle donne voterebbe contro la guerra e le organizzazioni colte, senza alcun dubbio, si rivolterebbero sfavorevolmente verso la calamità della guerra, così come farebbe la classe dei lavoratori.
È necessario che noi umani facciamo uno sforzo immenso per formare un blocco di opposizione contro l’oscurità, l’ignoranza, la distorsione della verità e la malvagità.
Quante ramificazioni della meschinità e delle sue radici ed anche quante ragioni uniche e tristi saranno presentate affinché si possa ricadere nel regno dell’irresponsabilità, in cui tutto è permesso e tutto può essere spiegato attraverso la partecipazione ipocrita, con una falsa attività in favore della collettività.
Ci fa paura ricordare i negoziati criminosi su materie corrotte e depravate e finanche inesistenti. È terribile per la dignità umana guardare indietro e leggere documenti fraudolenti, accuse criminali ed ordini che misero in pericolo la vita di molti milioni di persone. Possiamo dire con onestà: “Questo appartiene al passato?”. Da quel tempo, abbiamo avuto un gran numero di fatti, conferenze ed accordi economici di natura dubbia. Piani di questo tipo già sono stati realizzati, ma ci risulta che abbiano solo creato una crescente depressione. Navi vecchie sono state disarmate ed anche distrutte per essere sostituite da costruzioni ancora più pericolose. Finanche nei negozi ci preoccupiamo che l’aria sia condizionata ma nello stesso tempo i laboratori scientifici hanno utilizzato infrastrutture per inventare nuovi gas velenosi. Non è vero che lo scienziato dell’area chimica che inventò il gas più venefico, attualmente sogna di ricevere il premio per la chimica dallo stesso comitato che concede il premio per la pace?
Allo stesso tempo nei giorni nostri molti sognano con una determinata conquista della scienza, per mezzo di un ordine fratricida, di decimare totalmente, come nel passato, certe regioni abitate. È possibile che qualche altro “scienziato illuminato” sogni, con un avvelenamento “ben riuscito”, di intossicare tutte le fonti di acqua in modo che tutta la vita in essa contenuta possa essere distrutta.
Ma le cose potrebbero essere più semplici se gli scienziati facessero un giuramento simile a quello che fanno i medici, nel senso che non dovrebbero divulgare quello da loro scoperto nei laboratori e che sia letale per la vita. Poiché molti dei gas scoperti e dei terribili raggi usati come arma, con alcuni trattamenti, potrebbero essere benefici per l’umanità.
Mutatis mutandis. In periodi di maggiore calamità è necessario cambiare molto rapidamente quello che deve essere cambiato.
E principalmente deve essere trasformato e cambiato quello che dà maggiori danni ed è di minore utilità in qualcosa che sia benefico. È in questo pensiero che sta la vera arte della trasformazione dei Rosacroce. Non è accettabile che questi scienziati facciano la figura degli stupidi come se non fossero a conoscenza di ciò che è utile. Nel fondo dei loro cuori, tutti gli uomini sanno perfettamente bene quello che è utile per gli altri e quello che è benefico, allo stesso tempo, per gli individui.
In qualsiasi momento, nei processi creativi e innovativi, si rischia l’autodistruzione. Il vero bene collettivo è anche il bene del singolo individuo, poiché l’individuo è parte di una comunità. Cambiando quello che è pregiudiziale con quello che è benefico. In altre parole, sostituendo la distruzione per la costruzione, facciamo quello che è necessario non per il processo evolutivo ma per una cultura di evoluzione. Alcuni, sotto una crisi di pazzia, già tentarono di immaginare che un gruppo di persone potrebbe inserire fino al centro della Terra un tubo e riempire lo stesso tubo di esplosivo in modo da distruggere il pianeta con un’esplosione senza precedenti. È un piano di totale pazzia, ma, nella sua inconsistenza, merita molta più attenzione che l’invenzione di nuovi gas letali.
La tolleranza alle droghe ha decimato generazioni intere e ha distrutto nazioni intere che avevano una storia ed un passato gloriosi. Sarà che questo flagello dell’umanità, che è più pericoloso della sifilide, del cancro e della tubercolosi, non possa essere sradicato per sempre? Sarà che ognuno di noi non è capace di analizzare un grande numero di problemi e cause che necessariamente devono essere estirpati immediatamente dalla vita?
È fondamentale che noi umani, in uno sforzo comune, realizzassimo un blocco di opposizione contro l’oscurità dell’oppressione, dell’ignoranza, della distorsione della verità e della malvagità. È necessario che tutti quelli che hanno buona volontà si uniscano in tutti i Paesi, non per finalità poliziesche e attacchi contro tutto ciò che è proibito, ma in nome della luce, della vita e dell’amore. Questo gruppo, illuminato di fraternità, sentendo, nell’intimo del proprio cuore, la necessità di un’evoluzione culturale, con urgenza e determinazione, agisca nel senso di evitare formalismi insignificanti e per la buona sorte dell’umanità, cambiando attivamente quello che deve essere cambiato.
Mutatis Mutandis
Himalaya, 1933
Libera traduzione dell’articolo in immagine dal portoghese da parte del fondatore
Nell’anno trascorso il mondo ha commemorato gli 800 anni della nascita di Francesco di Assisi, uno dei maggiori e più amati Santi italiani. È stata la testimonianza della sua vita e le sue opere, più dei suoi scritti, che hanno influenzato profondamente e permanentemente l’esistenza e il pensiero del mondo cristiano. Francesco di Assisi è amato non solo dai cattolici, ma anche da persone della più diversa estrazione culturale credenti o non credenti.
Ma chi fu quest’uomo, figlio del ricco mercante Pietro di Bernardone, nato ad Assisi (Umbria) nel 1182? Per i religiosi è soprattutto la massima espressione dello spirito di Cristo (alter Christus) non tanto per le sue parole quanto per le sue azioni che imitano i veri principi di amore verso Dio e verso l’umanità in generale. Nell’unirsi nella commemorazione del suo anniversario, i membri della comunità internazionale si sono identificati con i principi fondamentali della regola francescana di: “una vita di pace, di solidarietà universale e assistenza ai poveri”.
La mancanza di materiale relativo alla vita di San Francesco pone grosse difficoltà alla completa comprensione della sua opera, e questo è ancora più difficile per la tendenza da parte di diversi movimenti di appropriarsi della dottrina di Francesco per poi applicarla ai propri fini. In questo senso, Francesco di Assisi è stato definito come un precursore della riforma della Chiesa, un leader anticlericale, un preromantico, un anarchico o comunista fuori dai tempi, o anche un eroe della non violenza e precursore della difesa dell’ambiente.
Francesco non era un teologo come Sant’Agostino o un pensatore come Tommaso d’Aquino né un teorico della vita spirituale come Ignazio da Loyola, in realtà Francesco, con tutte le sue limitazioni, non era altro che un uomo del suo tempo: il XIII secolo, caratterizzato dalla crescita del ceto medio, al quale la sua famiglia apparteneva. In realtà egli non aspirava ad altro che ad una vita religiosa pura, secondo i dettami del più autentico cristianesimo. Non vi era differenza tra Francesco e gli altri giovani che lo circondavano. Questo è evidente quando a Spoleto ebbe una visione di morte e di distruzione che lo portò all’isolamento e alla preghiera. Egli rinunciò al suo “status”, abbandonò la casa paterna per prendersi cura dei poveri, degli ammalati e ricevendo la chiamata di Cristo nelle rovine della cappella di San Damiano, vicino ad Assisi. L’evento così fu descritto: “Francesco, vai e ricostruisci la mia casa che sta in rovina”.
Una vita di pace, fraternità universale e assistenza ai poveri.
Francesco decise di tagliare i rapporti con la famiglia e vivere una vita in povertà. L’anno 1209 è quello decisivo nella sua vita. A partire da questa epoca lui si dedicò anima e corpo non solo alla profonda riflessione sopra i misteri di Dio ma a seguire gli esempi di Cristo. Come Cristo lui attraversò la povertà e diverse regioni pregando l’amore e la comprensione tra gli esseri viventi e prestando aiuto a invalidi, ammalati, disprezzati e umiliati; non curandosi del potere e di chi lo esercitava. In un’occasione disse: “Quelli che hanno il potere e il diritto di essere obbediti devono essere i più umili e servi dei loro fratelli”.
Inizialmente i suoi insegnamenti attirarono 12 discepoli, monaci mendicanti, per i quali stabilì alcune regole semplici, approvate nell’anno 1209 dal papa Innocenzo III. Era l’inizio dell’ordine francescano, i cui membri fino ad oggi si prendono cura dei malati e dei bisognosi. Dieci anni più tardi, l’ordine francescano contava 5000 adepti in Italia, e questo numero aumentò rapidamente. Nel 1212 gli insegnamenti di Francesco attirarono Chiara di Assisi, la quale, seguendo il modello dell’ordine maschile, fondò l’ordine delle povere clarisse.
I principi fondamentali nella vita e nelle opere di Francesco furono da attribuire ad insegnamenti ed ad una scuola radicale: prendere il Vangelo letteralmente con i suoi insegnamenti. Questa scuola fu decisiva per tutti e fu da insegnamento fino alla sua morte avvenuta il 3 ottobre 1226, nella Porziuncola. Francesco esortava costantemente ad avere una vita di austerità spogliata dai beni materiali e di avversione alla violenza, dato che la stessa trae le sue origini nel possesso delle cose materiali. La sua filosofia era basata sul fatto che una persona deve lavorare per sé stessa per evitare di dipendere dagli altri. Questi principi ancora oggi costituiscono idee fondanti per l’umanità in un mondo in cui la fame e la miseria imperversano, lasciando il passo alla ricchezza e alla ricerca dei beni di consumo. Il rispetto e la considerazione della creazione è un altro aspetto della modernità di Francesco, la sua idea di una fraternità universale non esclude né gli animali né gli altri elementi della terra. Lui era solito dire: “La natura è lo specchio di Dio, benedetto sia il Signore per la nostra sorella e madre Terra che ci alimenta e che produce innumerevoli frutti, piante e fiori e immense messi”. Francesco definiva la morte: “Nostra sorella Morte”.
Questa era la base attitudinale e di credenze che formavano il testimone di Francesco (la rigida fedeltà al Vangelo, la povertà, la lotta coraggiosa per una riconciliazione tra gli uomini e Dio e l’amore ed il rispetto per la creazione) insieme ad una profonda avversione per il denaro.
Nell’epoca in cui Francesco visse, la ricerca del lucro e l’insaziabile accumulo di ricchezza si stavano trasformando in un’attitudine sociale dominante. Egli a tutto questo oppose una corrente di compassione per i meno fortunati che attraversò il mondo occidentale e di cui San Francesco fu un vero esempio. La passione e l’avidità per le cose materiali sono una leva per la violenza che è incompatibile con la finalità dei Vangeli. Il Santo disse: “Se possediamo ricchezza, lotteremo per difenderla, generando ostilità, guerre e massacri”. Così Francesco esponeva una filosofia in cui la povertà era sinonimo di libertà, al di fuori di questo egli diceva che tutta la ricchezza esistente era limitata ed era convinto che qualsiasi accumulo di beni non faceva altro che privare gli altri degli stessi beni.
Molto è stato scritto ed affermato del disprezzo che Francesco dimostrava per la conoscenza acquistata dai libri, ma questo si riferiva unicamente ad una conoscenza che era fine a sé stessa, in un rapporto di isolamento egoistico e nella negazione di un concetto di fratellanza. La ricchezza unita al potere ed ad una sterile conoscenza costituivano, per Francesco, una triplice negatività in una missione religiosa dedicata al rigore, al sacrifico ed all’amore per gli altri.
Nota del traduttore: S. Francesco fu dichiarato patrono d’Italia nel 1939 da Pio XII. È inusuale che un Santo di così rigidi principi ed alta moralità sia il patrono di un Paese dove imperversano la malavita e la corruzione. Questo dovrebbe far riflettere gli italiani e farli agire di conseguenza…
Il termine Sufi è ancora una questione controversa. Taluni affermano che la parola Sufi deriva dalla parola araba «Safa» che significa letteralmente «purificato». Nel senso che si tratta di un individuo che è esente dalla contaminazione mondana. Altri affermano che Sufi deriva da «Saff» il cui significato nella lingua araba è «grado o categoria» essendo il Sufi una persona di prima categoria per la sua capacità di entrare in contatto con Dio. I Sufi nel mondo Islamico sono sempre stati considerati come coloro che vivono in armonia con l’assoluto e trasmettono tale stato a tutto ciò che li circonda. Sono gli eredi degli insegnamenti esoterici (cioè segreti nel senso di ristretto) di Maomè e si sono sempre distinti dai comuni devoti Mussulmani per il loro modo di interpretare il Corano (libro sacro Mussulmano). In origine il relazionamento tra i Sufi Islamici ed i Cristiani era molto stretto dato che i primi avevano piena conoscenza degli insegnamenti del Cristo e ad esso, spesso si ispiravano nelle loro pratiche mistiche. Erano nomadi e viaggiavano generalmente da soli seguendo un loro proposito personale di sottomissione ai voleri di Dio. Per i Sufi l’ascesi divina era un sentimento di umiltà e allo stesso tempo di intensa spiritualità poiché in questo stato il Sufi percepiva la presenza divina in tutto. Questo stato di panteismo «trai più puri» portava ad un profondo rispetto dell’uomo e della vita in genere. Uno dei centri più importanti del Sufismo nel passato è stata la vecchia città di Basra, oggi ridotta ad un cumulo di macerie a causa della guerra tra Iraq ed Iran. E fu a Basra che i Sufi dovettero affrontare non pochi problemi con il formalismo «Coranico», corrente di pensiero Mussulmano che riduce la pratica religiosa e di vita alla sola e fredda applicazione del Corano. Con il tempo la pratica di insegnamento Sufi si ridusse e l’Ortodossia Coranica prevalse; anche se negli alti scaloni dell’Islam i Sufi sono sempre stati presenti. Oggi sotto le ceneri del formalismo Islamico vive e brilla il più puro Sufismo, in stretto contatto con gli autentici insegnamenti del primo Cristianesimo. Ben probabilmente anche sotto le ceneri di un Cristianesimo formale, vive ed arde la vera sacralità Cristiana. Due mondi fusi in una unica tradizione per la maggior parte sconosciuta. Questo ci dovrebbe far riflettere, anche perché a qualche centinaia di chilometri dalla nostra costa esiste un mondo del quale ignoriamo quasi tutto ma che nonostante la situazione generale conserva lo splendore di una grande Tradizione che potrà servirci per ritrovare un’arca perduta.
Gennaro Ardolino
Articolo redatto dal fondatore e pubblicato su vari giornali nel 1993 dopo alcuni mesi dal suo rientro dal Medio-Oriente.
NB. E’ interessante ed istruttivo leggere anche il nostro articolo relativo alle tre religioni monoteiste