Mese: Settembre 2021
Le manifestazioni delle donne afghane in favore dei loro diritti, contro un regime che si annuncia oppressivo e violento, meritano l’appoggio di tutto il mondo libero.
Il PSU sostiene ed incoraggia queste manifestazioni, ed invita i sostenitori delle libertà a scendere nelle piazze di tutto il mondo al grido:
VIVA LE DONNE AFGHANE! VIVA IL LORO EROISMO! LOTTIAMO AL LORO FIANCO CON TUTTI I MEZZI NECESSARI PER ESALTARE ED AMPLIFICARE LA LORO LOTTA.
Il fondatore del PSU
Gennaro Ardolino
Le democrazie non si esportano con le baionette senza tener conto delle tradizioni, della realtà sociale, economica, usi e costumi, storia e organizzazione politica dei popoli. Su tutto questo sarebbe stato possibile calare i principi democratici. In Afghanistan non si è tenuto conto della realtà esistente e si è preferito applicare la politica romana (antica e sorpassata da più di 2 millenni) che era quella di imporre ed asservire un capo con il suo governo, assoggettati agli occupanti. Il risultato è stato una diffusa corruzione, un’estesa disuguaglianza, una notevole disoccupazione (2 su 3 afghani non hanno lavoro) e la mancanza di legittimazione dei governanti, con sprechi di fondi depredati dal regime. Fiumi di denaro sprecati e migliaia di vite bruciate senza nessun risultato.
In Italia ed in Europa, in genere, molti si dilettano a parlare di queste cose sui media senza aver messo mai piede in un Paese arabo o musulmano e ne ignorano la realtà. Le società musulmane del medio-oriente sono basate sulle tribù e sul potere tribale. Le Umma (assemblee delle tribù ed assemblee religiose) eleggono i loro capi che sono allo stesso tempo responsabili civili, politici e religiosi. È su questa concreta realtà che occorreva incentivare i valori democratici, sviluppare un’economia adatta alla situazione distribuendo la ricchezza in forma equa e necessaria alle esigenze della gente, promuovendo il benessere generale e sostituendo la coltivazione dell’oppio con colture idonee alle necessità delle comunità. Invece si è preferito finanziare una oligarchia che ha saccheggiato gli aiuti occidentali, sottraendoli al popolo afghano. Questo ha generato un’ostilità nei confronti degli americani e degli occidentali ed il collasso dell’esercito afghano lo ha dimostrato ampiamente, causato anche dal fatto della mancanza, da più di sei mesi, del pagamento degli stipendi ai soldati.
Vi è stato anche il fallimento dell’intelligence dei Paesi occidentali e la mancanza di un’adeguata strategia di ripiegamento mediante cordoni di resistenza a partire da Kabul ed estendendosi a cerchio o semicerchio nel Paese, in modo da permettere un’evacuazione ordinata. Poi, in caso di necessità, si doveva predisporre davanti ai cordoni citati una barriera o tappeto di fuoco tramite appoggio aereo, elicotteri da combattimento ed artiglieria mobile. I talebani sono integralisti che hanno poco a che fare con il vero credo musulmano e sono una minoranza. Per mantenere il loro potere non esiteranno ad applicare metodi oppressivi, brutali e violenti. Per il carattere tribale esistente in Afghanistan, tra non molto assisteremo ad una nuova resistenza e ad una nuova spietata guerra in cui i talebani saranno perdenti. Dopo questa ennesima sciagura sia l’ONU che l’Europa, con congrui sostegni economici e logistici, dovranno sostenere il popolo afghano ed aiutarlo a creare una nuova realtà economica e politica tenendo conto dei fallimenti e degli errori del passato.